30 agosto 2005

Ernö Rubik parla di sé

Le parole di Rubik, tradotte dall'ungherese al francese da Paul G. Bozsoky, dal francese all'inglese da Christophe Goudey e dall'inglese all'italiano da Paolo Scalia. Tratto da:

http://cubeland.free.fr/infos/ernorubik.htm

Sono nato nel 1944 a Budapest, Ungheria. Mio padre era un ingegnere meccanico, costruttore di alianti, un rinomato specialista, creatore di più di ventisei tipi di aliante. Mia madre era una donna di lettere, poetessa ed artista. La presenza contemporanea di questi impulsi, tecnici e artistici hanno avuto per me, ne sono sicuro, un fattore determinante. All'inizio tendevo alle arti visuali: ho disegnato e dipinto molto. Ho avuto la mia educazione superiore in una scuola dipendente dalle "Belle Arti" come scultore. Da quel momento si svegliò il mio gusto per le applicazioni tecniche. Così il passo successivo nei miei studi diventò naturalmente l'Università di Educazione Tecnica di Budapest, e, nel 1967, ho ottenuto qui il mio diploma di architetto. Ho ancora passione per l'architettura, che ha le più complesse attività che combinano gli aspetti più caratteristici della scienza, della tecnica e delle arti. Con il mio diploma non mi sono sentito ancora un uomo completamente preparato e ho continuato i miei studi nella sezione di architettura di interni nella Scuola Superiore delle Arti Decorative. Il mio secondo diploma mi diede il titolo di designer; mi è stato dato nel 1970. Questi studi mi hanno reso sensibile agli elementi artistici. Sin dal 1970 sono stato costantemente nella Scuola Superiore, insegnando progetti e costruzioni, disegni d'architettura di interni, pianificazione di mobilio e progetti, studi della forma geometria descrittiva. Insegnare è il migliore modo per imparare, sono ancora convinto di ciò; andando oltre nella nostra conoscenza continuiamo a scoprire e imparare. Oltre a ciò questa attività ci forza ogni volta a una nuova formulazione di ciò che vogliamo esprimere, ci forza a nuove prove, alla ricerca costante di nuovi metodi. I collegamenti costanti con l'adolescenza ci aiutano ad avere sempre una prospettiva giovanile, ci rende capaci di sorprenderci costantemente. [...] Mi sono sposato nel 1977; mia moglie è architetto d'interni. La nostra piccola figlia, nata nel 1978, di chiama Anne. [...] Lo spazio mi ha sempre intrigato, con le sue incredibilmente ricche possibilità, alterazione degli spazi con oggetti architetturali, trasformazione di oggetti nello spazio (sculture, design), movimento nello spazio e nel tempo, la loro correlazione, la loro ripercussione sul genere umano, la relazione tra l'uomo e lo spazio, l'oggetto e il tempo. Io penso che il Cubo sorse da questi interessi, da questa ricerca per l'espressione e per questa sempre più cresciuta acutezza verso questi pensieri. [...] Mi piace giocare, lo ammetto, in particalare con i giochi in cui il partner, il vero avversario, è la natura stessa, con i suoi misteri veramente particolari ma decifrabili. Per me il gioco più interessante è quello dello spazio, la ricerca di possibili forme dello spazio che è come dire la logica e concreta costruzione di varie disposizioni.

Sicuramente non puoi dire il momento esatto della nascita di un'idea, a me sembra impossibile, a me in particolare, per chi il tempo, da questo punto di vista, ha interesse molto piccolo. Potrebbe essere stato nella primavera del 1974 che l'idea mi venne come una possibilità degna di nota. Avevo una natura attaccata all'esperienza, quindi, sin dall'inizio, ho studiato variazioni di un cubo 2x2x2. Fui immediatamente colpito dalla ricchezza che poteva essere intuita già da questo inizio. La soluzione tecnica finale, che è la forma più semplice 3x3x3, la più facile da lavorare nei modelli, dopo poche prove, mi venne per la fine dell'autunno del 1974. Molti modelli pronti alla lavorazione furono fatti da me e dai miei amici, fu molto bello giocarci per la prima volta. Fummo tutti sorpresi di scoprire che gradualmente avevamo costruito qualcosa di originale, nuovo. La questione del brevetto dell'invenzione fu immediatamente sollevata, così iniziai il procedimento necessario il 30 gennaio del 1975. Quasi allo stesso modo, percependo l'importanza del gioco inventato, le sue possibilità e il suo valore reale, cominciai a cercare un partner per la manifattura e con una straordinaria fortuna ne trovai veramente uno. Il seguito è veramente semplice: dopo questo lancio sul mercato (1977) il gioco diventò, rapidamente e come per magia, molto popolare in Ungheria, quindi, dal 1980 in tutto il mondo. So solo come la storia inizia e che non possiamo prevederne la fine, così come nessuno, penso, sia in grado di prevedere il futuro.

Londra, 31 gennaio 1981, Ernö Rubik